08 luglio 2013

Comune di Pederobba Dati Storici e Geografia

Pederobba (Pederoba in veneto) è un comune italiano di 7.352 abitanti della provincia di Treviso, in Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto sede comunale è la frazione Onigo, pur esistendo una frazione omonima al comune.
Pederobba sorge su un'area ritenuta strategica sin dall'epoca antica: sulla riva destra del Piave e ai piedi delle prealpi Bellunesi, mette in comunicazione l'area montana (Feltrino) con la pianura attraverso la SR 348 "Feltrina".

Geografia fisica

Gli abitati di Pederobba e Curogna si dispongono all'inizio della Valcavasia, su un'area pianeggiate compresa tra i colli Asolani e leprealpi Bellunesi. Onigo, Levada e Covolo si trovano più a sud, su un pianoro che si apre verso Cornuda e Crocetta.
L'altitudine massima è di 780 m s.l.m. e si ravvisa in corrispondenza del Monfenera, estremità orientale del gruppo del Grappa e limite settentrionale del comune. La minima è di 134 m e corrisponde al letto del Piave presso la zona di Covolo.
Oltre al Piave, i corsi d'acqua degni di nota sono il Curogna, che scende dalle prealpi, e la Brentella, canale artificiale realizzato sotto la Serenissima che, prelevando le acque dal Piave, contribuisce ad irrigare la pianura sottostante, altrimenti arida e sterile.

Storia


Le testimonianze più antiche del passato di Pederobba sono rappresentate da vari reperti di età romana. Lo stesso toponimo deriverebbe dal latino petra rubla, in riferimento alla caratteristica pietra rossa della località.
Si ritiene che allora questa fosse una zona di transito, visto il passaggio della via Claudia Augusta Altinate, forse coincidente con l'attuale Feltrina, e la posizione a ridosso del Piave.
Tale caratteristica fu mantenuta anche in epoca successiva: la presenza di numerosi luoghi di culto affacciati alla strada fa pensare al passaggio di pellegrini. Attorno al 1000 furono istituite le pievi di Pederobba e Onigo, mentre sarebbero più antiche le chiese di Levada e Curogna, entrambe intitolate a San Martino, venerato particolarmente dai Longobardi.


La zona fu legata a lungo agli Onigo, feudatari che risiedevano in un castello presso l'omonima frazione, di cui ancora resta qualche rovina. La zona fu sconvolta così nelle lotte che, durante il XIII secolo, contrapposero a questi gli Ezzelini.
Passata alla Serenissima, si ebbe una certa ripresa economica, con la costruzione di mulini e opifici. Pederobba divenne tra l'altro sede di uno dei più importanti mercati di biade del Cinquecento.
A Venezia successero poi i domini Napoleonico e Austriaco. L'amministrazione imperiale tentò di dare impulso all'agricoltura locale. Tuttavia tra la popolazione rimasero diffuse fame e povertà e molti furono costretti ad emigrare.
Passata al Regno d'Italia, Pederobba fu devastata durante la grande guerra in quanto, dopo la rotta di Caporetto, si ritrovò in corrispondenza del fronte del Piave e in prossimità di Grappa e Montello. Testimonianza ne sono i vari monumenti sorti nel territorio, tra i quali spicca l'ossario francese.
La ripresa del secondo dopoguerra ha reso oggi Pederobba uno dei principali centri artigianali e industriali della pedemontana del Grappa[2][3].

Monumenti e luoghi d'interesse
Cimitero militare francese


Le parti sono ricoperte di lapidi in bronzo con incisi i nomi dei caduti e alcune di queste sono ignote in quanto non fu possibile identificare il milite. Il testo venne proposto dal maresciallo Philippe Pétain. Ricorda la fratellanza militare italo-francese. Il Cimitero Militare Francese di Pederobba fu inaugurato contemporaneamente a quello italiano di Bligny, dove riposano circa 3453 soldati italiani caduti in Francia. A Pederobba furono raccolti i resti mortali di 1000 soldati francesi che prima erano stati sepolti in diversi piccoli cimiteri di guerra. Appartenevano alla 37ª divisione; questa il 30 dicembre 1917 aveva riconquistato il Monte Tomba durante la Grande Guerra.
Villa Conti d'Onigo

Costruita tra il 600 e il 700, un tempo residenzia di campagna dei conti; nel parco retrostante la villa si trova la tomba di Teodolinda d'Onigo. All'interno della villa si trova la sede degli Alpini di Pederobba e la cooperativa "vita e lavoro".

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